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CHI HA INVENTATO IL MATERASSO? QUAL È LA SUA STORIA?

E' difficile individuare l'esatto momento in cui possiamo definire la nascita del materasso, possiamo però definire l'origine della parole "materasso": 
probabilmente la parola deriva dall’arabo مطرح (“matrah”), e significa “gettarsi” e/o “posarsi su”. 
Con le "crociate" arrivò da noi insieme ad un sistema che gli arabi avevano perfezionato e reso più comodo, ma che ha origini antichissime.

Possiamo individuare le origini nel periodo neolitico, l’ultima fase dell’età della pietra: in questo momento i giacigli vennero sollevati dal terreno per evitare lo sporco e l’umidità del terreno; il primo materasso era probabilmente una catasta di foglie secche o di paglia, coperto da una pelle di animale.

Bisognerà aspettare fino al 3600 a.C. per vedere un sostanziale balzo in avanti rispetto a questo standard che a noi può sembrare piuttosto scomodo: in questo periodo, infatti, in Persia si utilizzavano pelli di capra gonfiate con acqua per coricarsi. Avete letto bene: l’antesignano del materasso ad acqua ha più di 5600 anni.

L’utilizzo della lana o del fieno è fatto risalire all’uso che i romani facevano del materasso, a partire dal 200 a.C.

Dall’XI al XIII secolo, durante le Crociate, gli europei scoprirono la consuetudine saracena di dormire su di un cuscino poggiato direttamente sul terreno. È durante questo periodo che la parola araba che denotava questi giacigli fu adottata e divenne radice della parola italiana materasso, di quella in francese antico materas, da cui derivò poi anche quella in inglese antico materas, che apparve scritta la prima volta in un passaggio datato intorno al 1300.

Comunque, se vogliamo proprio cercare il momento in cui nasce il materasso così come lo conosciamo noi, dobbiamo avvicinarci molto di più ai nostri tempi: era il 1871 quando un inventore tedesco di nome Heinrich Westphal produsse il primo materasso a molle della storia. Da questo prototipo nasce la cultura del sonno moderna, ma Heinrich non lo scoprì mai: morì in povertà, senza aver mai goduto del frutto della sua invenzione. La sua intuizione venne messa a frutto da un imprenditore, Zalmon G. Simmons che rilevò il brevetto e lo utilizzò per creare il primo materasso a molle, e contestualmente fondare la Simmons Bedding Company, la prima azienda che si occupò di creare materassi in quantità per il grande pubblico.

La storia poi ci fornisce un elenco di variazioni e miglioramenti, dal materasso ad aria, a quello ad acqua, dall’uso del lattice fino al memory foam, preso a prestito da uno studio della NASA.

Il "materasso" accoglie i nostri sogni, ci fa riposare, è supporto per saltare, giaciglio d’amore e confidente segreto. Il letto ha una lunga storia alle spalle ed è forse il mobile che ha subito le minori trasformazioni nel corso dei secoli.

Un rilievo assiro del VII secolo a. C. (palazzo di Assurbanipal) raffigura il re che banchetta su un letto con i piedi a forma di pigna e un supporto per poggiare il gomito. A proposito di banchetti, fra i Romani era in uso il “letto triclinare“, perché all’epoca era abitudine maschile il banchettare da sdraiati (il triclinio era la stanza dedicata alla consumazione del cibo).

Il letto aveva funzioni conviviali anche per i Greci, per i quali fungeva da giaciglio e da seduta.Anche gli Egizi conoscevano l’uso del letto, come risulta da testimonianze pittoriche, dai reperti presenti nella tomba di Tutankhamon e dalle collezioni ospitate in numerosi musei.In tutti questi casi la costante è l’uso del legno, anche se non mancano materiali come il marmo, l’avorio e successivamente il metallo. In alcuni casi bende di pelle avevano la funzione delle attuali doghe.

Come detto il letto ha subito poche evoluzioni rispetto ad altri tipi di mobilio, la forma rettangolare è pressoché universale (del resto la funzione di contenimento del corpo umano rimane invariata nelle epoche).

A cambiare secondo periodi, stili e culture sono le altezze, le decorazioni, gli intarsi, la foggia di gambe e piedi, la testiera.

A parte i letti riccamente decorati di re e faraoni, è con il Medioevo che il letto divenne monumentale, arrivando alla struttura a baldacchino; a quei tempi i ceti abbienti iniziavano a usare i guanciali per dormire.

Più tardi, nel Rinascimento, i letti si fecero ancor più fastosi (per i ricchi), arricchendosi di mensole e panche.Fino al 1865, anno i cui venne inventato il materasso a molle, i materassi erano ripieni di piume (si stima che un materasso medio ne contenesse fino a 18 Kg) ma esistevano pure modelli riempiti con segatura, cotone, alghe, fieno lana e crine. Il materasso più economico era in paglia, materiale raccomandato già a fine Seicento da Thomas Tryon in “The way to health“.

L’igiene a quei tempi non era il massimo e soprattutto i materassi in piuma (sostenuti di solito da una rete di corde) erano ricchi di escrementi e contribuivano a rendere i giacigli decisamente insalubri. Si narra che alcuni anni dopo negli Stati Uniti l’aria malsana dei letti fosse la causa del 40% dei decessi totali.Con il Novecento la produzione industriale introdusse le reti metalliche.

Fra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta, dalla fabbrica di John Dunlop (famoso per l’invenzione degli pneumatici moderni) esce il primo materasso in lattice di gomma. Negli anni a seguire vennero presentati i primi materassi in poliuretano. È del 1966 l’invenzione del Memory Foam, una tecnologia Made in NASA che in pochissimo tempo rivoluzionò non solo la stabilità dei seggiolini per astronauti (scopo per cui era stata sviluppata l’invenzione) ma anche il mondo della produzione dei materassi. Negli anni Settanta videro la luce i sistemi a doghe.

Poi arriva il 1986 e la famiglia Magni inventa e brevetta il materasso sottovuoto.

Il brevetto consentì di limitare le emissioni dannose per il trasporto, abbassare i prezzi e permettere la distribuzione dei materassi sia all’estero, sia nei grandi magazzini.

L’invenzione di Giuliano Magni rivoluzionò di fatto il mercato dei materassi, rendendo la personalizzazione letto accessibile a tutti.

Le basi del letto (piani letto) erano costruite in legno fino al primo Novecento, quando iniziò la loro progressiva sostituzione con le reti metalliche, prodotto tipico italiano.

Intanto il sommier francese e il box spring avevano abbinato alle basi in legno sacconi elastici a molle biconiche o semplici fasce elastiche. Il sommier era costruito con procedimenti simili a quelli degli imbottiti da salotto; la sua rigidità derivava dal cassone di legno e dall’inserimento di molle al suo interno.

I più poveri, invece, continuavano ad utilizzare tavole di legno, poggiate su capre in ferro e come materassi pagliericci di foglia di granoturco o altro vegetale.

La rete metallica per materassi, è una tensostruttura ancora oggi diffusa in Italia ed in Europa; è composta da un telaio rigido e trama metallica di vario tipo, che si è rivelata deformabile nel tempo.

Per questo e per contrastare comunque l’effetto negativo del forte cedimento in senso verticale sotto le zone più pesanti del corpo, sono stati introdotti diversi tipi di maglie di ferro nelle reti per materassi, con irrigidimenti nella parte centrale del letto, ossia dove c’è maggiore tensione orizzontale e telai sempre più rigidi nelle reti.

Successivamente, con l’abbinamento dei piani letto con i materassi a molle, l’effetto globale è peggiorato ulteriormente, tanto da richiedere una riconsiderazione globale di tutto l’insieme letto che ha portato al giorno d’oggi alla creazione di diverse tipologie di piani letto: piani letto in legno, piani letto in metallo e piani letto in alluminio.

Doghe letto matrimoniale: con o senza ammortizzatori?
Sapevi che esistono reti a doghe con ammortizzatori? Proprio come quelli tipici del settore automobilistico e, in realtà, il processo è il medesimo.

Nelle reti a doghe ammortizzate, le doghe invece che essere appoggiate direttamente sul telaio, vengono appoggiate su dei supporti plastici spesso realizzati in caucciù.

Questi hanno la doppia funzione di accogliere le doghe, ed ammortizzare le sollecitazioni che arrivano dal materasso e dai nostri movimenti.

Le reti a doghe ammortizzate aiuteranno il materasso ad adattarsi maggiormente alle vostre forme, e modificheranno la superficie seguendo i vostri spostamenti durante il sonno.

Le reti con doghe non ammortizzate ovviamente sono più statiche e votate ad un sostegno maggiormente deciso. In questo caso l’elasticità e la capacità di adattamento al materasso è data solo dalla curvatura della doga.

Reti a doghe fisse o reti a doghe elettriche?

Se le doghe ammortizzate possono sembrare una vera rivoluzione rispetto al passato, è con le reti a doghe elettriche che si nota una differenza abissale.

Come è facile comprendere, le reti a doghe elettriche rendono possibile un movimento completo della struttura del letto.

Questo avviene tramite un motore elettrico collegato alla rete a doghe, ed un telecomando (che può essere anche wireless) mediante il quale potrai scegliere tra le varie posizioni.

E’ ovvio che la differenza rispetto alle reti a doghe fisse sia enorme. Ma le variabili che influenzano questa scelta sono soprattutto il budget a disposizione, e le esigenze particolari.

Entrambi i modelli possono soddisfare la nostra esigenza di farci da supporto e donarci un riposo salutare e completo, tuttavia la differenza è palese.

Le reti a doghe motorizzate ovviamente sono più comode, ad esempio per guardare la tv dal letto senza modificare la disposizione della nostra camera, e sono utili soprattutto in ambito sanitario.

Da anni sono impiegate per tutti coloro che soffrono di alcune patologie, ad esempio il reflusso gastrico o per chi ha problematiche di circolazione sanguigna alle gambe, in generale, sono indicati per chi trova difficoltà nelle movimentazioni articolari.

Esistono anche reti a doghe “meccaniche” ovvero che possono modificare la loro posizione, senza la motorizzazione elettrica. Queste vengono dette reti a doghe ad alzata manuale, e a tutti gli effetti sono il compromesso tra qualità e prezzo, la terza via tra i modelli top e quelli basici.

Quante doghe deve avere una buona rete ortopedica e di che materiale?
C’è una correlazione tra il numero di doghe di una rete, e la qualità del sonno che riesce a garantire. Tendenzialmente, maggiore è il numero delle doghe presenti in una rete, tanto maggiore sarà la qualità del vostro sonno.

Il nostro consiglio è quello di non scendere mai sotto ad un numero minimo di 14 doghe! E questo vale sia nella rete singola che nella rete matrimoniale.

Le doghe possono essere realizzate con numerosi materiali, assicuratevi che le vostre siano realizzate con legno di FAGGIO come quelle di nostra produzione. 
Il faggio è il più elastico e resistente dei materiali utilizzabile nella realizzazione di reti in doghe diffidate da produzioni in betulla o altri materiali.

Quanto deve essere l’altezza di una rete a doghe?
L’altezza consigliabile di una rete è tra i 60 e i 70 cm compreso il materasso. Specialmente nelle persone che soffrono di allergie come quella agli acari della polvere (vedi nostro articolo su come combatterli nel nostro blog) l’altezza può essere fattore rilevante
Non esagerate però, una rete troppo alta potrebbe perdere in termini di stabilità della struttura generare un fastidiosa sensazione di dondolio che vanificherebbe il suo ruolo di struttura portante dell’intero sistema letto.
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Quanto costa una rete a doghe? 
Dipende, sia per la qualità, sia per il matriale con cui è stata realizzata, sia per le dimensioni. Numerose sono le offerte e le differenti tipologie di prodotti che potrete trovare, seguite i nostri consigli e soprattutto ricordate sempre che un nuovo sistema letto vi durerà una vita, vi farà stare bene e lo userete tutti i giorni.

Gli esseri umani immagazzinano e distribuiscono l'acqua da secoli.
Prima, quando gli esseri umani vivevano come cacciatori e raccoglitori, l'acqua di fiume veniva usata per applicazioni di acqua potabile.

Quando le popolazioni iniziarono a rimanere fisse in un posto per un lungo periodo di tempo, avveniva solitamente vicino ad un fiume o ad un lago.

Quando in una zona non vi erano fiumi o laghi, l'acqua freatica usata veniva usata come acqua potabile.
Essa era pompata in alto attraverso i pozzi.

Quando la popolazione umana comincia' crescere notevolmente, il rifornimento idrico non fu più sufficiente e l'acqua potabile dovette essere estratta da sorgenti diverse.

Circa 7000 anni fa, Jericho (Israele, figura 1) immagazzino' l'acqua in pozzi che venivano usati come fonti. La gente comincio' inoltre a sviluppare sistemi di trasporto dell'acqua potabile.

Esso avveniva attraverso semplici scanalature, scavate nella sabbia o nelle roccie e più tardi si iniziarono anche ad usare dei tubi vuoti.

L'Egitto usava palme vuote mentra la Cina ed il Giappone usavano canne di bambù. Infine qualcuno inizio' ad utilizzare argilla, legno e persino metallo.

In Persia si cominciarono a cercare fiumi e laghi sotterranei. L'acqua passava attraverso i fori nelle roccie nei pozzi e sulle pianure.

Intorno al 3000 A.C., la città di Mohenjo-Daro (Pakistan) sfruttava un rifornimento idrico molto vasto: c'erano attrezzature di bagni pubblici con installazioni caldaie per acqua e bagni.

Nell'antica grecia l'acqua di sorgente, l'acqua di pozzo, e l'acqua piovana furono molto sfruttate fin dagli inizi. A causa di rapico un aumento della popolazione urbana, la Grecia fu costretta ad immagazzinare l'acqua in pozzi ed a trasportarla alla gente attraverso una rete di distribuzione.

L'acqua usata veniva trasportata attraverso le fogne, insieme all'acqua piovana. Quando venivano raggiunte le valli, l'acqua era condotta attraverso le colline sotto pressione. Il Greci furono fra i primi a dimostrare interesse verso la qualità dell'acqua e usarono i bacini di aerazione per la depurazione dell'acqua.

I Romani furono i piu' grandi architetti e constuttori di reti di distribuzione idirche nella storia, usarono fiumi, sorgenti o acqua freatica per l'approvvigionamento. I Romani costrurono dighe in fiumi, causando la formazione di laghi. L'acqua dei laghi veniva areata e quindi distribuita. L'acqua della montagne era il tipo di acqua più popolare, grazie alla sua qualità.

Gli acquedotti furono vostruiti per il trasporto dell'acqua: attraverso tali acquedotti l'acqua veniva trasportata per decine di chilometri. Le tubature nella città erano fatte di calcestruzzo, roccia, bronzo, argento, legno o piombo e lo sfruttamento dell'acqua era protetto da inquinanti esterni.

Dopo la caduta dell'impero romano, gli acquedotti non furono piu' usati. Dal 500 al 1500 D.C. ci fu un piccolo sviluppo nel settore di trattamento delle acque. Nel Medio Evo si formarono innumerevoli citta', in cui venivano usate tubature di legno. L'acqua veniva prelevata da fiumi o da pozzi, o dall'esterno della città. Presto le condizioni diventarono altamente antiigeniche, perché scarti ed escrementi erano stati scaricati nell'acqua. Le presone che bevevano tale acqua si ammalavano e spesso morivano. Per risolvere tale problema si inizio' a bere acqua potabile proveniente dall'esterno della città, dove i fiumi non erano inqunati. Questa acqua era trasportata alla città dai cosiddetti elementi portanti d'acqua.

Il primo impianto di distribuzione di acqua potabile che riforniva un'intera città fu sviluppato a Paisley, in Scozia nel 1804 da John Gibb, per fornire acqua al suo locale di candeggio ed all'intera città. Nel giro di tre anni, l'acqua filtrata fu trasportata a Glasgow.
Nel 1806 a Parigi fu messo in operazione un grande impianto per il trattamento dell'acqua. L'acqua sedimentava per 12 ore, prima di essere filtrata. I filtri erano costituiti da sabbia e carbone da legna e venivano sostituiti ogni sei ore.
Nel 1827, l'inglese James Simpson costrui' un filtro a sabbia per la depurazione dell'acqua potabile. Ancora oggi indichiamo questo come maggiore contributo alla sanita' pubblica.

L’acqua è elemento fondamentale per la vita e per la salute umana, e i compiti che svolge nel nostro organismo sono tutti importantissimi. Mantiene e regola la temperatura corporea: il nostro sangue è composto dal 55% di acqua ed è grazie all’acqua che viene mantenuto alla temperatura di 37 C°, ideale per la vita umana.

Attraverso il sangue distribuisce a tutto il nostro organismo la propria energia, l’ossigeno e le sostanze nutritive, tutti elementi essenziali per la vita. Contribuendo a dare energia fa funzionare il nostro cervello, ovvero l’acqua aiuta il mantenimento delle funzioni cognitive. Del bambino, dell’adulto e dell’anziano.

Per tutti questi motivi è di fondamentale importanza assumere almeno due litri di acqua potabile e di qualità ogni giorno della nostra vita. Non dimentichiamo che la vita umana inizia nell’acqua, nel ventre della mamma e per nove mesi si sviluppa in quello che è chiamato “il liquido della vita”.

Vale o no la pena che quest’acqua sia più pura, sana ed incontaminata possibile?



L'ozono, una forza della natura!
Tra tutti i disinfettanti al mondo, l’ozono è il migliore per eliminare germi e batteri. Il suo altissimo potere ossidante lo rende un igienizzante e deodorante efficace, più forte perfino dei detergenti chimici tradizionali. È 100% naturale, ecologico ed economico.

NEUTRALIZZA I BATTERI INATTIVA I VIRUS
grazie alle sue proprietà, l’ozono igienizza, ossigena e rigenera l’aria che respiriamo e disinfetta l’acqua che utilizziamo. Elimina oltre il 99,00% di batteri, muffe, funghi, lieviti, pollini e acari e inattiva i virus. E’ un potente alleato nella lotta contro allergie, asme e infezioni, perché abbatte la carica microbica presente nell’aria e sulle superfici.

ELIMINA I CATTIVI ODORI
purifica l’aria eliminando gli odori sgradevoli di fumo, cibo, traspirazione, decomposizione, muffa, urina, sangue, vernice e pelo di animali. le molecole di ozono aggrediscono e neutralizzano le particelle causa dei cattivi odori, lasciando al loro posto una gradevole sensazione di pulito e un’aria rigenerata e deodorata.

ALLONTANA GLI INSETTI INFESTANTI
è un eccellente repellente naturale contro mosche, zanzare, pulci, scarafaggi, formiche, cimici, tarme e piccoli roditori. ne previene la proliferazione, perché elimina i batteri causa della loro moltiplicazione.

NATURALE
l’ozono è un gas presente in natura composto da tre molecole di ossigeno (o3). si forma nella stratosfera per azione dei raggi uv e delle scariche elettriche dei fulmini. essendo un gas instabile, si riconverte in ossigeno in breve tempo.

ECOLOGICO
Disinfetta perfettamente senza bisogno di additivi e detergenti chimici, sfruttando la sua naturale forza ossidante. Terminato il trattamento, l’ozono si riconverte in ossigeno senza lasciare alcun residuo tossico o chimico.

EFFICACE
È noto per essere l’agente disinfettante più efficace contro allergeni e agenti patogeni presenti nell’aria e nell’acqua, anche rispetto ai detergenti chimici. Essendo un gas più pesante dell’aria, si diffonde negli ambienti in maniera capillare, penetra nei tessuti in profondità e raggiunge anche i punti più nascosti, là dove si annidano batteri e allergeni.

SICURO
Pur essendo un gas, l’ozono non è infiammabile, abrasivo ed esplosivo. Non deteriora i tessuti, gli arredi, le attrezzature e gli oggetti. Non danneggia le persone, gli animali e l’ambiente.

RICONOSCIUTO
L’ozono è ampiamente riconosciuto come agente disinfettante di aria e acqua.
La Food and Drug Administration lo ha definito come “agente sicuro (GRAS)”. In Italia, è stato riconosciuto “presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, ecc.” dal Ministero della Salute con prot. n. 24482 del 31 luglio 1996 e “agente disinfettante e disinfestante nel trattamento dell’aria e dell’acqua” con CNSA del 27 ottobre 2010.

Che cos'è la magnetoterapia?
La magnetoterapia è un trattamento terapeutico basato sull'applicazione di campi magnetici comunemente utilizzati dai fisioterapisti e dai centri di riabilitazione.

Questa terapia si basa su campi elettromagnetici pulsati (CEMP) che biostimolano le cellule del corpo umano, ripristinando il corretto potenziale elettrico intra/extracellulare perso a causa di traumi o malattie.

La quasi totale assenza di controindicazioni rende la magnetoterapia particolarmente indicata per il trattamento di patologie dell'apparato muscolo scheletrico.

D'altra parte, uno dei principali vantaggi della magnetoterapia è che serve per il trattamento di patologie multiple grazie al suo effetto analgesico, antinfiammatorio e rigenerante dei tessuti.

Inoltre, con le unità portatili di magnetoterapia I-Tech di nuova generazione, chiunque può applicare sedute di magnetoterapia a casa propria.

Ci sono due tipi di magnetoterapia:

> MAGNETOTERAPIA A BASSA FREQUENZA
Massimo 150 Hz. È particolarmente indicata per il trattamento di malattie che colpiscono i tessuti duri e degli stati infiammatori. Viene misurata in Gauss

> MAGNETOTERAPIA DI ALTA FREQUENZA
Tra i 18 e i 900 MHz. Si basa sull'emissione di piccoli "pacchetti" di onde radio ad alta frequenza ma a bassa intensità (pochi milliwatt) particolarmente adatti al trattamento delle patologie dei tessuti molli.

In generale, indipendentemente dalla tecnologia, per un buon acquisto sarà sufficiente assicurarsi che il dispositivo eroghi programmi con frequenze regolabili o dedicate che rispettino le indicazioni dello specialista o della letteratura del settore.

Indicazioni per il trattamento con magnetoterapia
Per ottenere risultati ottimali con le sedute di magnetoterapia, è necessario eseguire cicli giornalieri della durata minima di 2 ore.

Il tempo medio di un ciclo efficace è di circa 45-60 giorni. Se necessario, il trattamento può essere ripetuto più volte all'anno (per esempio, nel caso di artrite, osteoartrite, osteoporosi, dolori articolari o lombari).

Principali effetti della magnetoterapia
 - Effetto osteogenico (ricostruzione ossea)
 - Ritarda la degenerazione della cartilagine
 - Effetto rilassante sui muscoli lisci e striati
 - Effetto analgesico
 - Effetto biostimolante generale sulle cellule
 - Effetto antinfiammatorio.
 - Stimola la formazione di proteine in tessuti importanti come quelli del cuore.
 - Aumenta l'assorbimento del calcio nelle ossa decalcificate.
 - Migliora il sistema immunitario
 - Aumenta l'ossigenazione.

Quale dispositivo di magnetoterapia scegliere?
È essenziale assicurarsi che si tratti di un dispositivo medico certificato CE, come le nostre apparecchiature, rilasciato dall'organismo autorizzato.

Si consiglia inoltre di scegliere il modello che permette di effettuare il trattamento secondo le indicazioni della diagnosi del medico.

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